Perché la Mediazione Familiare?
La Mediazione Familiare implica un cambiamento di prospettiva rispetto al conflitto separativo ed è un’applicazione certamente impegnativa, ma ritengo possa essere una risorsa e un’opportunità da incentivare e offrire come relazione d’aiuto.
Sul piano sociale può essere considerata una trasmissione di buona pratica e normale proposta per le separazioni e divorzi, la Mediazione può diventare uno strumento usuale e quindi un proficuo istituto che permetterebbe un’evoluzione e un cambiamento nell’affrontare e nel diminuire le conflittualità e i percorsi giudiziali delle coppie.
I genitori con questi momenti, in cui raggiungere accordi condivisi, possono rendersi parimenti responsabili verso i figli e ulteriormente tutelarli nella crescita, offrendo loro stabilità e sicurezza. Quattro sono considerati i fattori di successo in Mediazione Familiare: la motivazione, i piccoli passi, la relazione e la competenza del professionista.
Servirsi, inoltre della mediazione potrebbe essere per le famiglie un valido aiuto non solo per trovare un punto di cooperazione e risanare forme di dialogo perse con l’altro partner, ma potrebbe essere l’opportunità per ascoltarsi e sentirsi legittimati ad esprimere la propria emotività senza censure o divieti, senza vergogna, senza l’obbligo di rimanere solo su piano organizzativo, come tendenzialmente accade in una consulenza legale.
É importante per i partner coinvolti nel conflitto poter esprimere liberamente i loro vissuti, sentirsi accolti e meno soli in questo periodo delicato della loro vita. Questo inevitabilmente ha dei risvolti positivi anche nella gestione della genitorialità. Il ruolo del Mediatore Familiare in carcere è quello di consulente amichevole attento a qualunque difficoltà possa incontrare il nucleo familiare, pronto a consigliare dei modi per risolvere il problema o per affrontarlo senza far ricorso alle vie legali.
“Il miglior dono che possiamo dare ai figli è l’amore e il nostro 'permesso' di amare anche l’altro genitore”
(R. Emery)